Omino potrà dar toponimo.
E Dario poi rade.
O solo io lo so?
Da bambino ero affascinato dai palindromi: mi capitava spesso di cercarli nelle targhe delle macchine, facendo a gara con i miei fratelli, e ogni volta era una festa quando ne trovavo uno (tipo: NA F57275, eh sì, negli anni ’80 del secolo scorso c’erano ancora le targhe con le sigle delle provincie). Oppure mi capitava di incrociarli in qualche racconto d’avventura (radar, ingegni, ossesso) o nelle riviste di enigmistica che fregavo a mio nonno (otturatutto, i topi non avevano nipoti). E poi ancora gli anni palindromi (quelli recenti: 1991 e 2002; il prossimo sarà il 2112 quando si giocherà la 105esima edizione della Ringhio League, pandemie o guerre nucleari permettendo) e le date palindrome (l’ultima è stata il 22 febbraio 2022, la prossima sarà il 3 febbraio 2030).
I palindromi hanno una storia antica, risalente a circa il 70 d.C. con i primi esempi trovati nei graffiti romani di Ercolano, come il famoso "Sator Arepo Tenet Opera Rotas" (che significa: "Il seminatore (Sator) con il suo aratro (Arepo) tiene (Tenet) le ruote (Rotas) delle opere (Opera)"). Il termine stesso palindromo deriva dal greco palin ("di nuovo") e dromos ("percorso"), quindi un percorso che si può fare in entrambi i sensi. La loro popolarità è perdurata nei secoli, trovando espressione in diverse culture e nel corso del tempo si sono evoluti, diventando non solo un gioco di parole ma anche uno strumento letterario per creare enigmi e opere complesse, come i poemi palindromi. A questo proposito, mi sono di recente imbattuto in un racconto, interamente palindromo, piuttosto lungo (di circa cinquemila parole). Si chiama 11 luglio 1982, l’autore è di Giuseppe Varaldo e racconta la finale dei mondiali di calcio del 1982 vinta dall’Italia sulla Germania (lo trovate a questo link: https://iocredonellapatafisica.wordpress.com/2014/11/11/racconto-palindromo-di-giuseppe-varaldo/).
Cronaca della partita
In una fredda serata di inizio dicembre va in scena la dodicesima giornata della Ringhio League 2025/26. Dopo i disguidi della scorsa settimana, si torna al Savio, ma sul campo piccolo: le iscrizioni fino al lunedì sera/martedì mattina si aggirano nell’ordine di 18/19 e per non rischiare pasticci da parte del buon Cristiano ci si accontenta di giocare 9 vs 9, anche se nelle ultime ore ci saranno altre iscrizioni che avrebbero potuto spostare la partita sul campo a 11.
Per la quarta volta consecutiva i capitani sono Pipitone e Omino, con quest’ultimo che per la prima volta ha la prima scelta per le formazioni e decide di puntare su una squadra più solida e strutturata, cercando di coprire al meglio ogni zona del campo; Pipitone, dal canto suo, punta tutto sulla qualità in mezzo al campo e sul “blocco lucano”. Non ci sono portieri anche stavolta e quindi in porta si fa a turno; alle 21,45 le 2 squadre si schierano così: i Bianchi di capitan Omino con un prudente 3-3-2, al centro della difesa si piazza Chiaps con terzini Di Flumeri, Omino e Russo (cui viene chiesto ancora una volta di sacrificarsi), in mezzo al campo Geno, Mecozzi e Giraldi a supportare il duo d’attacco Lovis-Capanna. I Rossi di capitan Pipitone rispondono con un più arrembante con 3-4-1: Di Vito fa il centrale difensivo con Pepiciello e Mancini terzini; in mezzo al campo c’è tanta qualità con Patacchiola, Di Bello, Hoti Pipitone e Di Dio che si alternano, Luongo unica punta.

All’inizio del match i Rossi prendono subito il controllo del gioco e con fitte trame, grazie ai fini palleggiatori, cominciano a impensierire la difesa dei Bianchi. Dopo poco più di 5 minuti di giuoco la partita si sblocca con bel un gol di Di Bello dopo un pregevole uno-due con Taiger. I Bianchi reagiscono, grazie alla pressione offensiva di Lovis (che coglie anche un palo da posizione decentrata), e pareggiano con una bella azione di Capanna bravo a infilare il portiere avversario dopo una serpentina nella difesa rossa. Ma è una fiammata che si spegnerà presto, i Rossi – con calma – riprendono il controllo del gioco e si portano sul 4-1: prima Hoti approfitta di uno svarione difensivo dei Bianchi per andare a segno con un bel tiro da fuori area, poi Luongo trasforma un rigore causato da fallo di Chiaps su Di Bello e infine Mancini è bravo ad approfittare di un 2 contro 2 e a infilare il portiere avversario nell’angolino. A questo punto i Bianchi non si perdono d’animo e cominciano a imbastire una serie di azioni pericolose che poco a poco portano alla rimonta: Capanna segna il 2-4 con un’azione simile al primo gol, Mecozzi accorcia le distanze su imbeccata di Geno e Di Flumeri mette a segno il pareggio con il gol più bello della serata (stop al volo su assist di Omino e girata a rete da fuori area).
Nonostante la temperatura continui a scendere, gli animi in campo si scaldano parecchio: ci sono proteste dei Bianchi per un rigore negato a Capanna e proteste dei Rossi per un fuorigioco molto dubbio fischiato a Luongo lanciato a rete. E come sempre accade quando si comincia a parlare e a discutere troppo piuttosto che trottare in campo, la partita degenera: c’è qualche fallo di troppo e le proteste continuano, la partita diventa molto spezzettata e si fa fatica a trovare il ritmo giusto. I Bianchi comunque sembrano aver trovato la quadra e sfiorano addirittura il vantaggio con una girata di Russo, imbeccato da Mecozzi, dal limite dell’area che finisce di poco fuori. Nell’azione successiva Mancini mette a segno la sua doppietta personale, infilando ancora una volta all’angolino il portiere dei Bianchi, e poco dopo anche Hoti fa doppietta sfruttando una palla rubata a centrocampo all’infortunato Geno. Con le ultime forze i Bianchi provano di nuovo a riaprire la partita, ma in contropiede Di Dio segna il gol del definitivo 7-4 per i Rossi. La partita finisce con ben 5 minuti di anticipo per le ennesime proteste su un fallo chiamato su rimessa laterale dei Rossi.
In classifica generale Pipitone si porta a 29 punti, a +3 su Di Vito che scavalca Omino al secondo posto. Luongo e Pepiciello agganciano al terzo posto proprio Omino, e nelle prime posizioni risalgono anche Hoti e Mancini. In classifica marcatori Luongo arriva a 22 gol, Hoti accorcia a 16 gol, più dietro Di Dio e Mancini salgono a 6 reti stagionali. Tra i MoM seconda designazione in stagione per Di Flumeri e Mancini, che si portano nel gruppone di testa assieme a Lovis, Pipit, Patacchiola e Luongo.
PAGELLE PALINDROME
PIPITONE © 6
Reduce da un pomeriggio da “fantozziadi”, si presenta al campo un po’ scarico. Imbastisce pur sempre una formazione con tanta qualità, che lo farà soffrire nella parte centrale della gara ma che alla fine la spunta sui battaglieri Bianchi. In classifica, pian pianino, comincia a staccare gli avversari. E la sete sale.
DI VITO 6.5
Vista l’abbondanza di piedi buoni nel centrocampo dei Rossi, si sistema al centro della difesa. Per la prima mezz’ora è un baluardo, poi soffre anche lui la rimonta dei Bianchi. Ma negli ultimi venti minuti è insuperabile. E la prossima partita avrà di nuovo la fascia al braccio da capitano. Onere sopporterà? Pare troppo sereno.
PEPICIELLO 6.5
Dalle sue parti scorrazza Capanna e per buona parte della gara gli tocca rincorrerlo. Ma lui non demorde e chiude in crescendo. E risale in classifica. Assalire rilassa.
MANCINI 7*
Altra ottima gara, tanta corsa e qualità sulla fascia destra. E mette a segno una doppietta in cui abbina resistenza, caparbietà e precisione al tiro. Anche lui si porta nelle parti alte della classifica. Sì! Bene, bis!
DI BELLO 7
Vero jolly dei Rossi, parte in attacco e finisce terzino destro. Fa bene in tutti i ruoli, si esalta nelle giocate a due con Hoti e Luongo. Ha vinto tutte le partite che ha giocato in stagione (4 su 4), media punti notevole. È cane tenace.
PATACCHIOLA 7
Stesso discorso fatto per Di Bello: tanta qualità in mezzo al campo, da quando è rientrato non ne sbaglia una. Anche per lui 4 vittorie su 4 in stagione e media voti strepitosa. Alla bisogna tango si balla.
DI DIO 6
È il meno appariscente dei suoi, e in effetti viene spesso richiamato perché non gioca a uno-due tocchi. Però è sempre insidioso, come dimostra il bel gol che chiude la partita. Ero a dirottar trattori da ore.
HOTI 7
Svaria su tutto il fronte offensivo dei Bianchi. A volte sembra assentarsi dalla partita, ma in realtà sta solo aspettando il momento giusto per piazzare la zampata decisiva. Ergiti, tigre!
LUONGO 6
Questa volta va a segno solo su rigore, ma fa tanto lavoro di squadra per i suoi compagni. Meno preciso del solito sotto porta, quest’anno in effetti ci ha abituato a numeri da cecchino. E le mie sei mele?
OMINOSTANCO © 6
Disegna una formazione accorta, che soffre troppo all’inizio della partita. Poi, da buon capitano, dà la scossa, e la squadra si riprende. Peccato per il finale, poteva andare diversamente. Omin’omonimo.
DI FLUMERI 7*
Il migliore dei suoi, non solo per le chiusure difensive ma anche per le proiezioni offensive. Pregevole il gol che dà il pareggio ai Bianchi. È l’ultimo ad arrendersi. Ora corro, caro!
CHIAPPETTA 6
Solita prestazione di garra, se la deve vedere con i Rossi che gli sbucano da tutte le parti. Tiene in piedi i suoi con l’ennesimo salvataggio sulla linea di porta di questo inizio di stagione. Ivi lui giovedì vide voi giulivi.
RUSSO 6.5
Capitan Omino ha le idee chiare appena mette piede in campo: anche stavolta lo schiera terzino. E lui, come Garibaldi, obbedisce. E gioca una buona partita, attenta e di spinta quando può. Era d’uso sudare.
GENOVESE 6
Schierato centrale di centrocampo, avverte la tensione quando la squadra va sotto nel punteggio e si innervosisce per i falli procurati e subiti. Chiude zoppicante. Omissis: è tesissimo!
GIRALDI 6
Gioca una buona partita fin quando riesce a stare dietro i centrocampisti dei Rossi. Poi, complice la fatica, cala un po’ nel finale. Acidità fatidica.
MECOZZI 6.5
È il più attivo dei Bianchi a centrocampo, tanta sostanza nei duelli con i Rossi. Si toglie anche la soddisfazione del gol, meritato. I tipici bicipiti.
LOVISATTI 6
Parte molto bene, con un pressing ultra-offensivo che prima lo porta a sfiorare il gol (palo da posizione defilata) poi a rubare palla e servire Capanna per il gol che riapre la partita. Anche lui nel finale si innervosisce per le tante proteste sugli episodi dubbi, e si disunisce un po’. Ateo? Poeta!
CAPANNA 6.5
Nella prima mezz’ora tiene a galla i Bianchi con i suoi guizzi e la doppietta. Poi anche lui, protagonista nell’azione del rigore negato, si fa prendere da un po’ di nervosismo e diventa meno preciso. È Capanna, pace.