W la fuga!
(antico adagio amazzone)
Sono bastate due giornate di campionato ed è già mini-fuga in classifica!
Luongo e Di Vito, unici due ad aver vinto entrambe le partite e ad essere a sei punti, saranno i prossimi capitani. E già promettono battaglia. Al pubetto, il potentino ha paventato una possibile assenza alla prossima. Il meneghino ha replicato con una settimana intesa di lavoro. Sarà pretattica? Ai soliti poster l'ardua sentenza. Il pomeriggio di mercoledì registra il panico sempre crescente della stellina Hoti, primo degli esclusi come già fu Cappiello mercoledì scorso. Il destino sarà il medesimo: nessuno si ritira, fuori dai giochi. Rosa ancora di qualità, condita da due portieri: Emilio (in ciabatte, col trofeo sottobraccio) e l'esordiente Palladino, che arricchisce con una prestazione generosa il già pasciuto contingente lucano. Capitan Genovese conferma il blocco che tante gioie gli ha dato alla prima giornata, rinunciando al solo Di DiVito ma accaparrandosi Lovisatti. Luongo punta sul "fattore-Di". Dentro i lucani, con Chiaps centrale dietro, Miniati metronomo, DiVito-DiFlo liberi di inventare e DiBello a fargli da spalla davanti. Queste le formazioni complete.
La prima metà di gara è di impronta rossa. Pipitone sgambetta allegramente, mancini e Lovisatti fanno danni seri alla difesa avversaria, coadiuvati da un Mallimaci in gran serata, il cui duello rusticano sulla fascia destra con granito rappresenterà uno dei temi tattici di maggiore interesse della partita. Apre le danze mancini, che insacca da due passi un grande assist di Lovisatti dalla destra, dopo pregevole azione personale. I Bianchi, inizialmente frastornati, vacillano, ma trovano comunque il pari con DiBello, che insacca da due passi dopo batti e ribatti in area. Poi Pipitone porta i suoi sul 3-1, segnando un'inzaghesca doppietta in tap-in: di testa dopo gran tiro di mancini (traversa-linea) e di piede dopo conclusione del patavino, respinta corta da Palladino. tre a uno rosso. Sembra il preludio per una serata di gala dei diavoletti, ma il calcio è uno sport umorale e i bianchi si assestano e cambiano marcia. Il trio mediano Miniati-DiVito-DiFlorio inizia a mettere in mezzo i due centrali avversari, Chiaps serra le file dietro, mentre la tecnica di Luongo davanti (bello il duello con un Romano e i suoi duetti con Di Bello) inizia ad aprire varchi sempre più grandi nella difesa avversaria. Malgrado altri due legni rossi (Lovis-Mancini) i papalini la ribaltano in venti minuti. Per due volte DiFlorio viene smarcato da posizione interessante e per due volte fa centro (diagonale stretto e tiraggiro), poi è Chiappette, su respinta corta di Emilione, a trovare il sorpasso. Luongo allunga sul 5-3 con un tiro dal limite, sul quale è decisiva la sofrtunata deviazione di Romano, che spiazza Cappiello. Manca meno di mezzora, capitan genovese arretra per lasciare libero Romano e i suoi trovano comunque la forza di ritornare in partita: Lovisatti si inventa un diagonale strettissimo da posizione defilata ed è 4-5. A questo punto, un piccolo malessere costringe Mancini ad uscire dal campo fino alla fine, lasciando i suoi in otto (nessuno pensa di chiamare Ettore....). Cavallerescamente seguito, dopo una decina di minuti, da Antonello. I bianchi mettono gli avversari a torello e scavano una voragine nel risultato, segnandone altri tre e portandosi sul 8-4. Vanno in gol ancora Luongo (due volte, una di tacco molto bella) ed il tanto vituperato Di Dio (solito tiro a giro dalla destra). Lodevole l'orgoglio finale dei genovesi, che evitano il -3 grazie ai gol di Lovisatti (su erroraccio avversario) e poi con mallimaci, che suggella un'ottima partita ed una bella azione Pipitone-Lovisatti, conclusa con un altro grande assist del patavino, segnando da due passi. Finisce così, poi tutti a mangiare e bere, come sempre. Nella classifica generale, dietro ai fuggitivi, c'è un mucchione a quattro punti. Fra i marcatori, vola Luongo (5), davanti a Lovis e Mancio (3). Nella classifica MoM, Pipitone e Luongo si uniscono ai predecessori.
Tutti sul pezzo. Alla prossima!
MoM: Pipitone - Luongo
PAGELLE BISLACCHE
Due partite, due vittorie, cinque gol, tante giocate. inizio col botto. il grande scrittore Edmund Friend, nel suo romanzo "Heart book", scriveva in tema di etica e filosofia morale "La domanda è sempre la stessa. Ce la poniamo nella vita, nello sport e nei nostri rapporti umani: durerà?". Come si chiedono spesso le sue numerose concubine. STILO
DI VITO 7
Il medico indiano Fashi Adacapitan ritiene che le persone che sviluppano allergie clinicamente immaginare (manifestando però realmente i sintomi fisici, a volte in modo devastante) sono particolarmente sensibili all'arte, al design, alle lusinghe ed al caciucco livornese. Essi possono superare la loro psicofobia con un semplice esercizio, sostiene Fashi: vincendo la Ringhioleague. ALLERGICO
All'esordio nella Lega, al pubetto si è detto sorpreso dall'intenso livello agonistico della partita, tralasciando ogni commento sulla qualità calcistica. Comprensibilmente. Mi ha ricordato il discorso al parlamento del senatore coreano Par Ah Tutt, prima di essere internato dal regime: "Se qualcuno in quest'aula può dichiararsi innocente, pari un rigore. O taccia per sempre!". RESPINGENTE
DI BELLO 6.5
Trottolino amoroso dudùdadadà, interprete finissimo del piedeperno, dialoga col suo capitano con perizia e devozione, trovando anche la via della rete. L'apice della sua partita si materializza quasi alla fine, quando sopravvive ad un intervento di Emilione in contrasto, paragonabile ad un autotreno a quattordici pneumatici che s'infrange contro una berlina. E' quella l'impresa della serata. SORVIVOR
BOMBAROLO
DI DIO 6
Il suo voto è stato l'oggetto di discussione principale del dopopartita al pub. I suoi amici (begli amici) spingevano per un voto scillante fra il 4.5 e il 5. Lui si ispira al collega Russo e sornia. Intanto, l'anno scorso ha messo tutti i corregionali alle spalle e quest'anno è a quattro punti e due gol. Come diceva Girolamo Bimballerini, con perifrastica passiva: "Stocazzo". Ottavo nano. GONGOLO
GRANITO 6.5
Non si hanno cognomi a caso. Uno che si chiama Granito non può essere punta. Affronta il suo lato zen, contestualmente a quello della disciplina marziale. Nel suo diverbio sportivo con Mally c'è tutta l'essenza del calcio e della vita: menamose abbestia. MITILE IGNOTO
MINIATI 6.5
Dicono che Ordèn Maximo Mediano, rivoluzionario messicano del diciottesimo secolo, prima di lanciarsi all'attacco del nemico, avesse una serie di rituali propiziatori, fra i quali esercizi per trovare equilibrio, ritmo, passo e sostanza. il nostro divo Giulio non sa' chi sia Ordèn, ma (come il calabrone) lui vola lo stesso. MESSICANO
OMINOSTANCO 6
Nelle serate buie e tempestose, solo gli uomini duri riescono a camminare ritti in mezzo alla bufera. Il Nostro è fra quelli. Ma questo non vuol dire che non ci si sia bagnati parecchio. Ha di fronte gente che trotta, che spinge, che sgamba. Lui è lesto a sfoderare la sua colt. Ma quando un uomo col fucile incontra un uomo con la pistola... LEONE
LOVISATTI 7
Altra serata di croci sulle spalle, di espiazione, di sofferenza. L'inferiorità numerica lo penalizza ancor di più, ma lui reagisca, tira, segna, offre assist e sponde. Poi, s'incazza su un fallo laterale del tutto inutile, regalando uno sprazzo di passato in una serata presente. MARTY MC FLY
PEPICIELLO 6
"Quando dai il fritto, gode chi ha fegato" dice un vecchio detto molto comune fra i gastroenterologi. Lui il fritto lo dà sempre, su questo non ci piove, ma stavolta gli avversari piovevano da ogni lato. Era come chiedergli di friggere la pastasciutta, di bere il cappuccino col gulash. Lui certe cose non le fa! IMPERTERRITO
Inizia alla grande. Forse troppo, a conti fatti. Segna un gol relativamente semplice, ma poi coglie due legni clamorosi con altrettante conclusioni bellissime. Tradito ancora un volta dal suo cuoricino nel finale, stavolta ci ha fatto pure preoccupare, visto che non passava. Al cor gentil, rempaira sempre amore. GUINIZZELLO
ROMANO 6.5
Non era convinto, stavolta. L'aveva detto. Col senno di poi (chiedetelo alle fosse) forse sarebbe stato opportuno avanzarlo, quantomeno nel finale. Ciò non vuol dire che abbia lesinato, mica è un lago. Semmai una cruna. Ma c'è qualcuno lo vorrebbe ridurre rocchetto. E a lui non sta bene. Ricordatevi la lezine: non chiedete a un ago di essere cruna o rocchetto. SINGER
Vinto il trofeo, reduce da vacanze oltreoceano, si presenta al campo metaforicamente in ciabatte. I bagordi, lo sappiamo, si pagano. Il "meno meno" del voto è chiaramente relativo ai brevi minuti rtascori fuori dai pali, durante i quali riesce a rimediare un'accusa per omicidio colposo. Adesso, come direbbe il famoso personale trainer nepalese Tirimet Inrig "E' il momento di prendere in mano la tua vita, anche se così sembrerai una teiera". INFRADITO
"Basta spostare un baricentro in avanti, pur di pochissimo, che gli effetti potrebbero essere devastanti" sostiene il fisico teorico cambogiano Ma Nah Kord, facendo l'esempio del boccale di birra sul bordo del tavolo. Così è stato per il Mally che, aperto all'ala, ha potuto finalmente provare a volare. tanta pinta, bei controlli, tante botte con Fede, assist e gol. TOP GUN






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