sabato 13 aprile 2024

XXVI GIORNATA

 


Il comune di Begeč si trova a metà strada tra la cittadina di Bačka Palanka, al confine con la Croazia, e Novi Sad. E chissà com'era negli anni 30. Oggi c'è un campo di erba incolta, che ricorda a stento i vecchi albori dell'antica Jugoslavia, figurarsi cosa potrebbe rievocare se dovessimo parlare di novanta anni (e più) anni fa. Di certo c'era un ragazzino che correva inseguendo un pallone di cuio bucato, affondando le uniche scarpe che aveva, sdrucite e rovinate e alzando così una polvere già acre e maleodorante. Oggi in quel campo ci gioca il Bačka-Begeč. una squadra coi colori bianco e azzurri e lo stemma sono gli stessi dell’Fk Bačka Palanka, la squadra del paese vicino. Novi Sad non è lontana, ma sembra un altro mondo. E forse per questo nell'altro mondo veniva voglia di andarci davvero, appena passata la seconda guerra mondiale, e la grande Jugoslavia si formava come un gigante dai piedi d'argilla, cui la storia avrebbe chiesto il conto meno di cinquanta anni dopo.

Il piccolo Vujadin se ne va presto, per gettarsi alle spalle la povertà e il dolore di un fratello morto bambino. Conosce Yelena e se ne innamora, e come potrebbe non farlo. Bella, colta, borghese. Grazie a lei si laurea in storia, forse per capire meglio il suo mondo e la sua gente, forse per alimentare l'orgoglio serbo, rinvigorito da una grande passione per la politica. E' già un calciatore, Vuja, quando la incontra. Un mediano dai piedi buoni che vorrebbe fare il fantasista, ma che un prezioso organizzatore di gioco e recuperatore di palloni. Gioca nel Vojvodina, la squadra di Novi Sad, che però viene inghiottita dalle grandi nobili del calcio balcanico. Stella Rossa, Dinamo Zagabria, Partizan e Hajduk. Ma colleziona comunque 57 presenze con la maglia della Jugoslavia. Nel 1958 si rompe una gamba e non sarà più quello di un tempo, come un cagnaccio che perde bava dalla bocca, e ringhia solo a metà. Ma forse è la sua fortuna. Arriva in Italia e fa un anno alla Sampdoria: 13 presenze e un gol. Poi Svizzera, ma è già viale del tramonto. Forse è qui però, che la sua cultura, e il suo carisma prendono la strada giusta, quello che lo porterà in panchina. Per un po' infatti si inventa giocatore allenatore, in anticipo rispetto ai tempi. E' così che Vujadin diventa Boskov.
Il resto è storia, anzi, leggenda. In panchina inanella risultati con squadre di prestigio, come Feyonoord e Real Madrid. Vince il campionato col suo Vojvodina, vince la Liga e due volte la Coppa di Spagna. Quando arriva, anzi, torna in Italia, capisce che davvero non se ne è mai andato via e diventa il filosofo del calcio italiano, sempre sorridente e prodigo di consigli, sempre pratico e mai polemico. Vince lo scudetto storico con la Sampdoria, a cui regala anche una Coppa delle Coppe e due coppe Italia, e riesce a lasciare un buon ricordo anche ad Ascoli, Roma e Napoli.
A dieci anni dalla sua scomparsa, abbiamo chiesto a lui di commentare la partita di mercoledi.
"Io dettto sempre che è più facile giocare in 11 che in 9, sopratutto se altra squadra è in 9 anche lei. Perciò mi ha fatto piacere che in Savio siamo tornati al campo piccolo perchè questa settimana ero un poco stanco e non ci vedo così bene per scrivere tutto. Quando ho letto formazioni ho pensato subito che Comandini ha preso rischio per mettere insieme tanti attaccanti e sopratutto tanti che non si conoscevano bene. Poi tutti con nome lungo e difficile: Lamorgese, Pepiciello, Ominostanco, Perosini, Mallimaci che non ho mai capito dove va accento. Era chiaro che si faceva fatica, ma comunque era buona squadra, molto tecnica. Comandini ha giocato di nuovo davanti alla difesa, ma stavolta aveva meno spazio per fare valere suo fisico e si è un po' perso come pesce fuori di acqua.
Rossi erano più quadrati, Giraldi è capitano sapiente, ha preso senatori e non si sbaglia, poi ha preso Silvestri che è più forte in campo e Isesele che ha grande fisico e si sente in campo come alito di ubriaco in concerto. Primo gol lo ha fatto Di Dio con tiro da fuori di sinistro, mentre rientrava. Molto bello, lo provava da 2018, e finalmente è riuscito, si è allenato tanto in terrazzo durante pandemia, e infatti Garbatella è piena di palloni usciti da suo piede. Poi Bianchi hanno giocato bene ma sterili, Perosini non trovava sbocchi, Luongo si muoveva ma Isesele copriva spazi e Cataldo con fisico sembrava giocatore di basket in campo di pallavolo. Forse c'era rigore ma sapete cosa penso. Poi comunque due minuti dopo ha segnato Luongo e uno a uno può cominciare nuova partita. E invece è cominciata vecchia partita. Pipitone ha fatto buchi in terra come diceva mio amico di Napoli e Chiaps sembrava vecchio Fausto Pari a centrocampo a dettare tempi di gioco. Mancini sembrava Lombardo con capelli, Silvestri sembrava Mancini ma quello di Sampdoria, Granito come Lanna che mi passava canna quando lo tenevo in panchina.
E' stato per grande tempo un grande spettacolo. Segna Pipitone con tiro in angolino, poi Chiaps di controbalzo che sembrava uno schema. Poi altro gol che ho chiamato sigillo di Dio per fare quattro a uno. Io pensavo che bastava e facevamo doccia, invece Silvestri ha scartato Mallìmaci o Mallimàci e pure portiere e fatto quinto gol e Giraldi sesto ma Cappiello forse era già fatto male.
Rossi hanno sempre tenuto pallino di gioco e fatto anche belle azioni. Bianchi hanno perso fiducia e senza fiducia non puoi cucinare neanche pasta a pomodoro, figurati fare rimonta. Mancava solo Lovisatti che è arrivato alla fine come insalata di rinforzo dopo che ne aveva sbagliati almeno quattro. Prima aveva segnato Perosini, ma buono solo per statistiche, anche se bel gol con tiro in angolino un po' deviato da Isesele. Io penso che Rossi hanno meritato ma Bianchi potevano fare di più, sopratutto in secondo tempo. Però calcio è così: oggi vinci, domani perdi, e Comandini ha imparato. Però penso comunque che è ancora favorito perchè ha due punti in più, ma Giraldi ha occhi di iena e bava in bocca e può rimontare perchè si lancia su ogni pallone. Altri penso sono fuori ma bella anche lotta per terzo posto. Se ci riesco vengo anche altra volta perchè mi manca panchina e sono curioso di finale di stagione. E voglio fare pagella Giudice".

PAGELLE by VUJA

Giraldi 7
Lui è uno che fa in quattro, che dico, in nove, e lo trovi praticamente tutti i ruoli di squadra. Ha fame di faina nell'andare su ogni palla e ha giocato pure da centrale difensivo. Uno così vuole vincere Ringhioleague.
DOPO PIOGGIA SEMPRE VIENE SOLE

Granito 7
Sempre difficile passare dalle sue parti, ne sa qualcosa Cataldo che sbatte testa su suoi stinchi come picchio su tronco.
SE IO SCIOLGO MIO CANE, LUI GIOCA MEGLIO DI PERDOMO.

Isesele 6.5
Poderoso in anticipi, imponente in fisicità contro Luongo che è molto veloce, ha colpa sui due gol e mi ha dato brivido per punizione dal limite quando ha preso di braccio.
RIGORE E' QUANDO ARBITRO FISCHIA

Mancini 7
Tatticamente sempre ordinato, fa elastico su fascia stringendo spesso e non butta mai via palla come bambino quando è arrabbiato.
LOMBARDO È COME PENDOLINO CHE ESCE DALLA GALLERIA.

Pipitone 7.5
Dominatore in centrocampo, all'inizio fa un po' il lezioso poi per lui grande partita di sostanza e qualità, con grande gol in angolino come biliardo.
SE METTESSI IN FILA TUTTE PANCHINA CHE HO OCCUPATO, POTREI CAMMINARE CHILOMETRI SENZA TOCCARE TERRA.

Silvestri 7.5
Non sbaglia un pallone, e guida squadra per mano con personalità e continuità. Non aveva mai fatto questi in maglia Ringhioz.
GULLIT E' COME CERVO CHE ESCE DI FORESTA

Lovisatti 6.5
Sbaglia tanto ma è anche sfortunato, trova gol nel finale di partita dopo averlo cercato tutto l'anno, e all'improvviso eccolo qua.
LA SAMPDORIA E' COME BELLA RAGAZZA CHE TUTTI VOGLIONO BACIARE.

Di Dio 8*
Tirato a lucido nonostante ingloriosa maglietta Small, delizia Savio con due sinistri da fuori che passano in traffico e trafiggono portiere avversario. Non contento gioca partita di grande equilibrio tattico e attenzione difensiva.
NON HO BISOGNO DI FARE DIETA. OGNI VOLTA CHE ENTRO A MARASSI PERDO TRE CHILI.

Chiaps 7
E' sempre in posto giusto, magari senza farsi vedere, ma copre le spalle a chi è davanti e fa da schermo a chi è di dietro. Segna gran gol spettacolare per velocità e coordinazione.
PIÙ BRAVI DI BOSKOV SONO QUELLI CHE STANNO SOPRA DI LUI IN CLASSIFICA.


Comandini 5.5
Persevera in esperimento che lo mette centrocampista davanti a difesa, ma con meno efficacia che nel campo ad 11. Si batte su ogni palla e prova a mischiare le carte tatticamente ma è come polvere sotto il tappeto prima che a casa arriva suocera. Recrimina per rigore ma ha voce bassa e arbitro non sente.
MEGLIO PERDERE UNA VOLTA CINQUE A ZERO CHE CINQUE VOLTE UNO A ZERO.

Cappiello 5.5
Frenato da infortunio a metà partita, ha qualche colpa su primo gol di Di Dio, quando vede tiro troppo tardi. Si fa valere nelle uscite finchè regge.
MA CHI HA SBAGLIATO, PAGLIUCA?

Omino 6
Prova a rintuzzare sgroppate di Mancini e a conti fatti da quel lato i Bianchi rischiano meno. Prova qualche sortita offensiva con alterne fortune, ma è come se impugna chitarra al contrario e non sei Paul McCartney.
GLI ALLENATORI SONO COME GONNE: UN ANNO VANNO DI MODA LE MINI, L’ANNO DOPO LE METTI NELL’ARMADIO.

Pepiciello 6*
Se suo obiettivo era non far segnare Lovisatti c'è riuscito fino alla fine, e perde soltanto quando patavino viene preso da lancio lungo di proprio portiere. Si prende su spalle l'inizio della manovra, ma i suoi lanci si perdono spesso, preda dei difensori rossi.
IN CAMPO SEMBRAVAMO TURISTI. CON DIFFERENZA CHE PER ENTRARE ALLO STADIO NON ABBIAMO PAGATO  BIGLIETTO.

Màllimaci 5.5
Brutta serata per lui perchè deve accompagnare Silvestri nei suoi giri su sè stesso. Peccato che Dario sia in serata di grazia e a Mallimacì non resti che whisky doppio per farsi passare la sbornia.
UN GIOCATORE CON DUE OCCHI DEVE CONTROLLARE PALLONE E CON DUE  GIOCATORE AVVERSARIO.

Perosini 6
E' lui che più di altri deve creare gioco e si compiace un po' troppo con tecnicismi un po' effimeri, tocchi di suola e dribbling a vuoto, ma di fatto dai suoi piedi partono i due gol bianchi: il passaggio per Luongo e il secondo che segna personalmente con un tiro ben piazzato.
BENNY CARBONE CON SUE FINTE DISORIENTA AVVERSARI MA ANCHE COMPAGNI.

Lamorgese 5
Portato a spasso su fascia sinistra, non riesce a trovare un ruolo e così ad incidere, nonostante abbia fatto intravedere buone qualità tecniche e atletiche. Ma è fuori posizione come parmigiano su vongole.
IO PENSO CHE PER SEGNARE BISOGNA TIRARE IN PORTA

Cataldo 5.5
Gioca più lontano dalla porta, magari pronto a sfruttare il suo fisico con spizzate di testa e gioco da centroboa pallanuotista. Ma la serata non lo aiuta e naufraga con sua squadra. Per altro, suoi costumi sono orribili.
IO PENSO CHE TUA TESTA BUONA SOLO PER TENERE CAPPELLO.

Luongo 6
Anche stavolta si fa notare per fiuto di gol e  gioco di anticipo, caratteristiche che non ha nessun altro in campo. Però si prende un po' troppe pause anche perchè Isesele lo chiude in armadio come amante scoperto a improvviso.
PALLONE ENTRA QUANDO DIO VUOLE

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